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21ª edizione - 1996

CARLO III DI SAVOIA E BEATRICE DI PORTOGALLO A VENTIMIGLIA

OVVERO FESTE E BALLI CAMPESTRI NEL LUGLIO 1536

Nel luglio del 1536, avendo lasciato la loro dimora di Chambery, occupata dalle truppe di Francesco I, per recarsi a Nizza, il Duca di Savoia Carlo III "il Buono", in compagnia della sua sposa Beatrice di Portogallo con i figli Ludovico ed Emanuele Filiberto, oltre al seguito della loro corte, si trovarono a transitare per la nostra città, al tempo amministrata dal Banco di S. Giorgio. A causa di "una procella di mare e repentino crescimento del fiume" vi rimasero tre giorni, ospiti della famiglia Oliva. Era tra i membri di quella ragguardevole famiglia una giovane di circa vent'anni, Leonora, figlia di Nicolò, la cui grazia e bellezza impressionò così favorevolmente Madama Beatrice che questa, prima di partire le donò un bellissimo anello con pietra preziosa, chiedendole di andare alla sua corte, come dama di compagnia. La giovane promise, ma purtroppo un'immatura morte, pianta dal popolo tutto, le impedì di adempiere alla sua promessa. I ventimigliesi accolsero con gioia e simpatia il breve soggiorno dei sovrani sabaudi nella loro città e per l'occasione, data la loro tendenza ai pubblici divertimenti, allestirono conviti, danze e feste campestri. Come scrisse il Rossi: "...l'inclinazione al ballo era tanto incarnata nella popolazione che se ne era fatta un bisogno..." Infatti, qualche anno più tardi il Vescovo Carlo Grimaldi, prelato d'austeri costumi, oltre a proibire, sotto pena di scomunica, il ballo detto "alla nizzarda", volle restringere un tal genere di sollazzo al solo Carnevale. I padri del Comune furono costretti a prendere le parti della popolazione irritata contro tale provvedimento, sporgendo lagnanze al metropolitano Cardinale Carlo Borromeo. Questi, benché ratificasse le prescrizioni del Vescovo, lo invitava però alla moderazione affinché non sorgessero incresciosi inconvenienti ed i ventimigliesi non agissero "in disprezzo agli ordini ricevuti....