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11ª edizione - 1985

LUDOVICO LASCARIS - FRATE AGOSTINIANO POETA E UOMO D'ARMI

(Signore di Briga) Figlio di Guglielmo Pietro II - Conte di Tenda

(XIV SECOLO)

Ventimiglia diede il proprio nome ad un chiarissimo cultore delle Muse, Ludovico LASCARIS, poeta provenzale di alta rinomanza. Secondogenito di Guglielmo Pietro II, conte di Tenda, veniva ancora giovane rinchiuso in un convento agostiniano. Ma si voleva fare un frate di uno che invece era nato per cingere la spada e l'alloro del poeta. Infatti Ludovico dalla natura aveva avuto, unitamente alla ricca fantasia di un trovatore, il raro coraggio di un capitano. (Egli era un cavaliere della Tavola rotonda che sognava castelli incantati, vergini liberate da mani brutali e prepotenti e mentre in quell'estasi il suo labbro pronunciava un canto d'amore, la sua destra correva spontanea in cerca di una spada, ma non trovava al suo luogo che un misero cordiglio). Aveva già pronunciato i voti solenni quando ebbe occasione di conoscere la nobile ed avvenente Tiburgia dei Signori di Boglio, ospite in quei giorni con la madre dei Signori di Tenda. "Amor che a cor gentil ratto s'apprende" strinse in si fatto modo i due giovani che li condusse ad una grave decisione. Infatti il neo-monaco non vide altra soluzione alla sua situazione che nella fuga; ed un rapimento fu la sua prima impresa (1346). All' indignazione dei parenti ed alle ire dei correligionari non seppe opporre che la sua spada; si mise al servizio della Regina Giovanna e diede tali prove di valore contro i suoi nemici che la stessa prese a protegger lo unitamente a Tiburgia ed ai figli nati dalla loro unione; e fu grazie alle sue vive istanze se il Papa emetteva una bolla, in virtù della quale Ludovico era tenuto a rientrare in convento trascorsi venticinque anni.

Ma il Lascaris moriva prima del termine concesso, a Briga, di cui fu il primo a intitolarsi signore nell' anno 1376, lasciando due poemi in lingua provenzale intitolati: Las miserias d'ocquest mond e la Paurilha. Il Nostradamus lo, colloca fra i migliori poeti del suo tempo e il Giudici suo traduttore scrive: "Ludovico Lascaris di si elevato spirito nella poesia provenzale e nelle altre lingue volgari, che alcuno poi non l'ha potuto imitare di dolcezza, né d'invenzione - Non fa d'uopo dire qui, quanto fosse in fiore ed in stima in tutto il ponente la lingua provenzale, sapendosi che non vi avea Fiammingo, Guascone, Borgognone, Catalano, Spagnolo ed Italiano che volendo scrivere e in specie in versi , non lo facesse provenzalmente -: Mantenevano questo vezzo le corti d'amore, che si solevano tenere a Piera fuoco e a Signa in Provenza, dove le dame più nobili venivano chiamate a udire e a giudicare le questioni d'amore". La vita del Lascaris fu divisa fra queste nobili e galanti adunanze e fra le cure del campo di guerra.