Gilbina, figlia di Allasia, secondogenita di Ottone II, conte di Ventimiglia, verrebbe defraudata dei suoi diritti paterni dallo zio Guglielmo, che per liberarsene la vorrebbe mandare sposa in Sardegna.

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ENTE AGOSTO MEDIEVALE Ventimiglia

 

  ENTE AGOSTO MEDIEVALE Ventimiglia

AURIVEU

BURGU
CAMPU
CIASSA
CUVENTU
MARINA

 

 

Agosto Medievale - 1975

Rievocazione d'un Serventese del XII secolo
Gilbina di Ventimiglia



Gilbina, figlia di Allasia, secondogenita di Ottone II, conte di Ventimiglia, verrebbe defraudata dei suoi diritti paterni dallo zio Guglielmo, che per liberarsene la vorrebbe mandare sposa in Sardegna.
Bonifacio, marchese del Monferrato, sentendo questa triste storia dal giullare Aimonetto, suo ospite nel castello di Montaldo, attorno al volgere del XII secolo, decide di intervenire per difendere la donzella dalle prepotenze del congiunto.
Nell’agosto del 1197, Bonifacio, sostenuto da cinque nobili cavalieri astigiani, veniva a Ventimiglia, liberava Gilbina, fuggendo insieme a lei su una nave.
Inseguiti per terra e per mare, ripararono in una macchia tra Albenga e Finale, dove stettero tre giorni senza mangiare e bere.
Il terzo giorno, scampati agli inseguitori, si imbattono in alcuni briganti che, dopo dura lotta, misero in fuga, riuscendo a giungere in serata a Nizza della Paglia, dove il marchese di Ceva li ha ospitati per la notte.
Così Anselmetto Del Vasto, figlio del marchese di Ceva, si innamorava di Gilbina e dopo poco tempo la sposava. Allasia, nel frattempo, decideva di cedere al terzogenito Raimondo le ragioni materne, in ulteriore beffa allo zio Guglielmo, nobile assai corrotto, essendo arrivato, di concerto col padre Ottone, il 4 marzo 1193, a patteggiare con Genova contro il Libero Comune Marinaro di Ventimiglia.
Le nozze di Gilbina risuonarono famose tra le genti d’allora, e furono particolarmente festeggiate a Ventimiglia.
Cantate dal trovatore provenzale Rambaldo di Vaqueiras, alla corte di Bonifacio del Monferrato, in un appassionato serventese del XII secolo, si diffusero presso le corti europee.
Il Rossi pone quello zio Guglielmo come figlio di Oberto, mentre Peitavino considera Gilbina figlia di Guido Guerra.
Più probabilmente è quel Guglielmo figlio di Ottone che il 4 marzo 1193 si accordava con Genova. È, infatti, con Guglielmo I e Raimondo che termina il cespite dei Conti di Ventimiglia.
Il feudo divenne prima Libero Comune, poi, conquistato dai genovesi, Capitaneato e infine Podesteria.

La rievocazione ha avuto una trama che è stata la vicenda di Gilbina di Ventimiglia, cantata in un serventese del XII Secolo.
Versi di Rambaldo di Vaqueiras:
E.l ser venguen ab Veysi al Pueg clar
Que.l fes sta.l gaug e tant nos voi.e onrar
Que sa filha Aiglet ab lo vis dar
Feira ab vos so soffrisses colcar;
Vos lo mati, commsenhor e ric bar,
Vosgues l’oste fort be garzadonar,
Aigleta des Gui del.h Montelh amar,
Pueys fetz ad Anselmet lacchine spozar
E fez li tot lo comtat recobrar
De Ventimilha, que devia tornar
A Iacobina par la mort de son frar
Malgrad del onde que l’au cuget gitar.

Tratti dal manoscritto membranaceo n° 225443, pag. 735 - conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi.

 

   

 

 
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